L’anno scorso, nel nuovo contesto di sicurezza generato dalla guerra in Ucraina, sia la Nato sia l’Unione europea hanno adottato due documenti strategici di difesa. Come noto, al vertice Nato di Madrid del giugno 2022 è stato adottato il nuovo concetto strategico dell’Alleanza che, oltre a designare la Federazione Russa come principale nemico, ha evidenziato l’aumento dell’importanza strategica della regione del Mar Nero. Nella primavera del 2022, invece, i forum decisionali europei hanno approvato la “Bussola strategica” dell’Ue, un importante piano per il consolidamento della politica di sicurezza e di difesa fino al 2030, che ha come obiettivo principale quello di rendere la comunità europea un fornitore di maggiore sicurezza.
Tra gli obiettivi fissati figurano la creazione di una forza di reazione rapida dell’Ue per diversi tipi di crisi, l’aumento della capacità di mobilità militare tra gli Stati membri, l’ottimizzazione dello strumento europeo per la pace al fine di sostenere i partner, l’aumento della capacità di contrastare le minacce ibride, il rafforzamento del ruolo dell’Ue nel settore della sicurezza marittima. Poiché l’importanza strategica della Romania è aumentata notevolmente nell’ultimo periodo, è naturale che l’aspetto della dotazione militare di questo Paese sia di grande interesse.
Va anche sottolineato che negli ultimi anni la diplomazia rumena ha condotto una campagna in tutte le riunioni della Nato per rafforzare e aumentare la capacità di difesa del fianco orientale. In questo contesto – subito dopo il 24 febbraio 2022 – la Romania ha annunciato che destinerà il 2,5% del Pil alla difesa per il 2023, con un aumento del 52,3% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo della politica di difesa della Romania per il periodo 2023-2026 è quello di adattare l’esercito ai rischi e alle sfide specifiche dell’attuale contesto geopolitico, nonché di rafforzare il suo profilo di partner strategico rilevante a livello Nato e Ue.
In pratica, la Romania è gradualmente diventata un garante della sicurezza nella regione e questo status deve essere rafforzato. La dotazione dell’esercito rumeno è finalizzata principalmente ad aumentare l’interoperabilità con gli alleati della Nato a tutti i livelli: terrestre, marittimo e aereo. Tra i programmi di dotazione troviamo: l’acquisto di un sistema d’arma integrato Shorad/Vshorad, sistema d’arma individuale di tipo Nato, apparecchiature optoelettroniche, veicoli d’assalto anfibio di tipo Aav-7, sistemi C4l con capacità di integrazione Istar, navi di tipo cacciamine, sistema di guerra elettronica mobile – Srem, sistema missilistico antiaereo portatile – Manpad, sistema missilistico terra-aria Hsam – Patriot, sistema Mlsr-Himas, per citare i più importanti.
Non viene tralasciata nemmeno l’infrastruttura militare: sostanziali investimenti sono mirati alla modernizzazione delle basi militari di Sibiu, Kogălniceanu, Câmpia Turzii, Mihai Bravu e Borcea e non ultimo alla modernizzazione degli ospedali militari in Romania. L’attuazione di questi programmi di dotazione militare, insieme a seri sforzi di bilancio in un contesto economico difficile, aumenterà l’importanza strategica della Romania nella regione del Mar Nero e all’interno del fianco orientale della Nato.