Venerdì 13 ottobre l’Ordine degli architetti di Roma (Oar) organizza a Zagarolo, in provincia di Roma, la giornata “Mettere in atto un piano di protezione civile”, incentrata sulla gestione dei pericoli e dei danni che derivano da eventi calamitosi, sviluppata con il coordinamento scientifico di Rosa Maria Filice, Nucleo emergenza gruppo protezione civile Oar, la commissione Città Metropolitana e gli altri enti preposti. Al centro del dibattito che si svolgerà nel pomeriggio, dopo una esercitazione che si terrà nella mattinata, il piano di emergenza comunale e la sua validità come strumento per individuare le parti del territorio in cui concentrare le operazioni di protezione civile.
L’appuntamento è alle 9.30 a Zagarolo, davanti a Palazzo Rospigliosi, per l’esercitazione che, fino alle 12.30, impegnerà i partecipanti in un sopralluogo nel centro storico e nelle zone più periferiche del Comune. «Con l’ausilio dei tecnici comunali e della cartografia del piano di emergenza comunale – dicono gli organizzatori -, le squadre anticipatamente formate prenderanno contatto dei luoghi ed individueranno sul territorio i siti» e, di conseguenza, gli abitanti più esposti al rischio.
Alle 14.30 avrà inizio la sessione pomeridiana, inaugurata dai saluti di Alessandro Panci, presidente Oar, Emanuela Panzironi, sindaca del Comune di Zagarolo, Berenice Marisei, coordinatrice Spazio attivo Zagarolo e Open innovation Lazio innova spa, Francesco Silvestro, architetto, delegato Oar zona 6.
Nella sala di Palazzo Rospigliosi i relatori approfondiranno le caratteristiche e le modalità di stesura del «piano che viene redatto dal Comune in modo da gestire le emergenze ipotizzate nel proprio territorio, così come viene indicato dalla Regione e dal decreto legislativo numero 112 del 1998», mettendole in relazione con il caso specifico di Zagarolo e con gli esiti della esercitazione svolta in mattinata. Di particolare interesse la fase conclusiva del convegno, durante la quale «esperti architetti pianificatori, tecnici comunali, psicologi e volontari della Protezione civile illustreranno, sotto diverse prospettive, le procedure da adottare in funzione della riduzione del rischio e della appropriata risposta comportamentale sia dei soccorritori sia della popolazione».