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Calcio: mercato Roma, la “febbre Lukaku” non basta

Una campagna acquisti basata sulle incognite fisiche, per carenza di fondi, non è il massimo per puntare ad un piazzamento in Champions League

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Terminata la lunga sessione estiva di calciomercato è tempo di bilanci. E per la Roma i temi da snocciolare sono tanti, positivi e non. Impossibile non iniziare con Romelu Lukaku, il vero protagonista. Dopo attimi di iniziale incredulità, il sogno giallorosso di fine estate è diventato realtà.

La Roma si è aggiudicata una delle punte di maggiore spessore internazionale, anche se solo in prestito per una stagione. Ma intanto si è sopperito in maniera eccellente alla grande lacuna lasciata al centro dell’attacco dall’infortunio di Tammy Abraham sul finale della scorsa stagione. Un colpo che, per eco mediatica, ricorda molto quello di Paulo Dybala poco più di un anno fa. Fin qui tutto bene, quindi.

Si e no. L’operazione Lukaku non deve servire a nascondere la polvere sotto il tappeto. I problemi di una squadra povera di gioco e con una tenuta difensiva non più brillante persistono eccome. Le prime tre partite di campionato hanno evidenziato tutti i punti deboli degli uomini di Mourinho, in un inquietante crescendo che ha raggiunto il suo culmine nel match dell’Olimpico col Milan. Una sconfitta, la seconda in tre uscite stagionali, che deve far riflettere José Mourinho in primis, ma anche il Ds Tiago Pinto.

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Le criticità riguardano in particolar modo le fasce: Leonardo Spinazzola, Zeki Celik e Rick Karsdorp non sono neanche vicini al loro massimo potenziale; soprattutto il primo che, dopo l’infortunio subito all’Europeo del 2021, non è più stato lo stesso. Inoltre, il nuovo arrivato Rasmus Kristensen è ancora tutto da scoprire e, per ora, non offre sicurezze. La situazione è tutt’altro che rosea.

Da non sottovalutare, poi, la cessione in Arabia Saudita di Roger Ibañez: tanti i soldi incassati dalla Roma, ma i giallorossi hanno perso un difensore veloce che si mixava bene alla grande capacità in marcatura di Chris Smalling. Ora tutto è stato scombussolato: Ndicka, arrivato dall’Eintracht Francoforte, sarà una pedina importante ma per vederlo stabilmente titolare in campo passerà ancora del tempo.

A centrocampo, poi, si vive di incognite: il ritorno di Leandro Paredes può fare molto comodo, nonostante ancora non si siano visti gli sprazzi di classe del suo ultimo periodo in giallorosso; Renato Sanches, invece, è tutto da scoprire. Il portoghese soffre di cronici infortuni muscolari e, per lui, vale lo stesso discorso che si fa da tempo su Paulo Dybala. Due giocatori che sono di assoluto livello le cui prestazioni sono troppo legate alla tenuta fisica. Operazione ottima quella di Hassem Aouar, la cui tecnica è sopraffina, ma anche nel suo caso i problemi muscolari hanno già bussato alla porta.

A parziale giustificazione della gestione sportiva, c’è da sottolineare la carenza di fondi da investire sul mercato. Tutto ciò ha influito e non poco sulle scelte dei giallorossi: sta di fatto che si sono fatte cose ottime, ma si poteva fare di più. Una campagna acquisti basata sulle incognite fisiche dei calciatori non è il massimo per una squadra che deve, per forza di cose, puntare ad un piazzamento in Champions League. Stavolta, senza alibi.

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Edoardo Sanfilippo
Edoardo Sanfilippo
Laureato magistrale in media, comunicazione digitale e giornalismo. Ricopro il ruolo di media analyst a Data Stampa. Le mie passioni? Lo sport, in particolare le quattro ruote, la politica e la scrittura. Adoro curiosare e sapere di più su tutti gli aspetti della società.
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