Le Nazioni Unite hanno accusato sia la Russia sia l’Ucraina di aver commesso esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra nel corso del conflitto che prosegue ormai da oltre un anno in Ucraina. Lo ha affermato Matilda Bogner, funzionaria a capo della missione di sorveglianza dei Diritti umani dell’Onu in Ucraina, nel corso di una conferenza stampa a Kiev.
«Siamo profondamente preoccupati – ha detto Bogner – dalle esecuzioni sommarie di 25 prigionieri di guerra russi e cittadini a cui è stato ordinato di combattere da parte delle forze ucraine, che abbiamo documentato» e per quella di «15 prigionieri ucraini, subito dopo la loro cattura da parte delle forze russe». Quindi ha denunciato anche casi di tortura e abusi.
Bogner ha chiarito che all’origine di tali violenze «c’è l’invasione russa dell’Ucraina» iniziata il 24 febbraio 2022, ma ha chiarito che anche le forze ucraine si sarebbero rese responsabili di atti che potrebbero rientrare nei crimini di guerra. Su alcuni dei casi registrati «sta già indagando la magistratura ucraina», ha detto la funzionaria, ma non si è ancora arrivati a processo per nessuno di loro.
La funzionaria ha fatto sapere che in generale la missione ha documentato una quarantina di uccisioni extragiudiziali, a partire da 400 testimonianze raccolte tra prigionieri di guerra, metà dei quali ucraini rilasciati, mentre l’altra parte sarebbero militari russi detenuti nelle prigioni ucraine. La missione non ha invece potuto avere accesso ai prigionieri ucraini detenuti in Russia e nelle regioni occupate dell’Ucraina. In queste aree gli esperti dell’Onu hanno identificato 48 siti di internamento.
Quanto agli abusi, Bogner ha aggiunto che se tali pratiche hanno riguardato entrambe le parti, gli ucraini in media sono più esposti: in media oltre nove intervistati su 10 hanno riferito di essere stato sottoposto a qualche tipo di violenza, a differenza dei russi, coinvolti in media per metà. Il report delle Nazioni Unite denuncia anche la pratica di minori ucraini trattenuti con la forza in Russia, un crimine di cui è stato accusato il presidente Vladimir Putin, facendo scattare un mandato d’arresto dalla Corte penale internazionale (Cpi).
Il report riferisce il caso di 200 bambini che, dalla città di Karkhiv, sono stati mandati nei campi estivi di Krasnodarskyi Krai, in Russia. Terminato il campo, però, le famiglie hanno denunciato che bambini e adolescenti non sono mai tornati, mentre sono stati iscritti in scuole russe. Il rapporto dell’Onu cita anche dati provenienti dalle autorità russe, secondo cui 1.200 minori ucraini si troverebbero in strutture o alloggi in famiglia. Tuttavia viene chiarito che il numero di minori ucraini non accompagnati residenti in Russia «resta imprecisato».
(Agenzia DIRE)