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Elisabetta II: certi post sui social sono spia di una società sempre più spinta all’odio

Denigrare online sembra dare identità sociale a chi si esprime senza più alcuna critica e analisi. E ammirarla non vuol dire essere monarchici

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di Francesca Marrucci (*)

Pensare che uno sia monarchico perché apprezza la Regina Elisabetta è come pensare che i napoletani fossero tutti diventati argentini perché osannavano Maradona. Sono rimasta scioccata da tutta questa rabbia assurda e la violenza nell’esprimersi con veemente contrarietà alla figura di Elisabetta e di chi ne piangeva la morte, da parte di persone di sinistra (o presunta tale), come se fosse una sorta di patentino di riconoscimento. 

Io e tantissime altre persone siamo di sinistra e abbiamo una grande ammirazione per questa donna. Quindi? Questo ci rende meno di sinistra? Non credo. Così come il fatto di essere della Lazio non rende automaticamente fascisti. 

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Sembra che la morte di questa donna abbia scatenato le frustrazioni di una parte di popolazione che addirittura la addita di ogni male.  Sembra anche il giochetto che pallosamente dobbiamo leggere ogni febbraio su Sanremo. Alla Moretti: mi si nota di più se critico Sanremo (e chi lo guarda) o se critico la Regina Elisabetta (e chi la sostiene)?

Sembra che per alcuni trovare un posto nella società dipenda da quanto si riesca a denigrare qualcosa. Una volta si faceva lodando, che per lo meno non si faceva torto a nessuno. C’è una cattiveria nei social che trascende anche le questioni personali: come se ci si distinguesse solo distribuendo più odio possibile. 

Ma poi che senso ha andare sulla bacheca di uno a rompergli perché ha espresso un apprezzamento? Ma dove sta scritto che io devo pensarla come te e se non è così devi convincermi del contrario?

Io non mi permetterei mai di andare sulle bacheche altrui a fare comizi e proselitismo. Se leggo qualcosa che non mi piace passo avanti e se è troppo pesante blocco la persona. Fine. Non faccio le crociate su Facebook che non servono a una mazza. 

Una volta si discuteva, c’era il confronto, ora solo proclami e accuse. Addirittura persone si sono messe a litigare tra loro per questo! Io credo che questo modo di fare sia indice importante della degenerazione del nostro viver civile e dell’incapacità di confronto della nostra società. 

Mi ricordo i post indignati sulla vignetta del terremoto di Amatrice di Charlie Ebdo. Li hanno chiamati: insensibili, irrispettosi verso i morti, e poi oggi alcuni italiani fanno la stessa cosa con la Regina Elisabetta II, non con una vignetta, ma con centinaia di post e commenti acrimoniosi e nel miglior caso sarcastici. 

Tutto questo dovrebbe farci riflettere. Se dà tanto fastidio che altri apprezzino qualcosa, forse il problema è in chi sente il fastidio.

(*) Assessora a Cultura, Politiche giovanili, Politiche sociali, Pari opportunità, Comunicazione e Turismo del Comune di Pantelleria (TP)

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